E'  N A T A  !

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     Ieri sera, sabato 11 agosto, nei Giardini della ex Chiesa Anglicana l'associazione culturale "A Cumpagnia d'A Parmura", con il Patrocinio del Comune di Bordighera, ha proposto un incontro con il professor Alessandro Carassale sul tema "Colture e Paesaggi tra il '700 e il '900". Un tema riferito alle Colture ed ai Paesaggi di Bordighera e dintorni, che il professor Carassale, studioso di storia agro-economica, ha brillantemente esposto con la sua vasta conoscenza e l'aiuto di proiezioni, su un maxischermo, di carte topografiche, stampe ed immagini storiche ed antiche.
     Ad incorniciare il palco alcuni splendidi dipinti, di Cesare Fenech e Patrizia Pirotelli, raffiguranti le palme di Bordighera.
Presentazione dell'evento a cura del Presidente della "Cumpagnia" Maura Traverso e dell'attivissimo Giancarlo Pignatta che hanno informato sull'attività e le iniziative che l'associazione sta portando avanti, soprattutto nel palmeto storico del Vallone Sasso, dove è stato creato un vivaio di palme riproducendo, da dattero, le piantine autoctone del Beodo. Piantine che da alcuni anni, costantamente monitorate, stanno regolarmente, e magnificamente, crescendo, unico posto al mondo, in simile collocazione di latitudine geografica.
     La Compagnia nata lo scorso anno, è alla terza conferenza dopo quella di presentazione dell'estate 2011 e quella dell'ottobre scorso all'Oratorio di San Bartolomeo, sempre con il professor Carassale, sulla produzione e il commercio delle palme di Bordighera-Sanremo e sul "Privilegio Bresca".
L'interessante conferenza, di ieri sera, del professor Carassale, davanti ad un pubblico numeroso ed attento, ha spaziato in un ampio arco di tempo, prendendo in esame le peculiari colture territoriali: agrumi, uliveti, palme, fichi e fiori.
     Dove le palme e gli uliveti sono state sempre le colture più seguite e sviluppate; solo dal 1900 avanzato soppiantate dalla richiesta commerciale dei fiori, principalmente garofani, rose e ginestre.
     Gli agrumi hanno avuto la loro massima diffusione del 1600 con l'arancia amara, il cedro, il limone e l'arancia dolce o portogallo, così denominata per la lprovenienza europea dopo l'importazione dai paese asiatici.
     La vite ha avuto la sua massima diffusione nel 1600 ed i fichi nel 1700.
     Curiosità interessante è la rilevazione che nel 1869 le palme a Bordighera erano circa 16 mila contro le circa 3500 odierne. Grosso calo dovuto soprattutto all'edificazione.
     Non sono mancati i riferimenti ai "parmureli" ed alla nuova iniziativa della Cumpagnia  che ha provveduto, nel periodo vicino alla festività di Santa Maria Maddalena, alla legatura di alcune palme nel Beodo, l’antica usanza, tramandata dai vecchi “Parmurà”, necessaria per la formazione dei “semelli” da cui si andranno ad intrecciare, prima della Santa Pasqua dell'anno successivo, i “parmureli”.
     Intenzione del sodalizio è anche quella di poter chiedere l'autorizzazione all'amministrazione cittadina di poter legare una palma in posizione centrale, ad una più facile visualizzazione alla cittadinanza, per poterne accrescere l'interesse.
     Altra curiosità relativa agli uliveti, massima diffusione del 1700/1800, la cui produzione primaria era destinata all'illuminazione ed ai saponi, solo in un secondo tempo destinata all'uso alimentare.
     Al termine della conferenza la Cumpagnia ha provveduto al rinnovo del tesseramento che, ha ricordato Giancarlo Pignatta, non riceve alcun contributo pubblico.
Per informazioni: www.compagniadellapalma.eu, compagniadellapalma@gmail.com

Pier Rossi  www.bordighera.net
12 agosto 2012
 

da www.sanremonews.it

      La Compagnia della Palma (A Cumpagnia d’a Parmura), con il patrocinio del Comune di Bordighera, organizza per sabato, 11 agosto, nei giardini del Centro Polivalente ex Chiesa Anglicana (Via Regina Vittoria – Bordighera), una serata con il Prof. Alessandro Carassale, studioso di storia agro-economica, il quale terrà un incontro sul tema 'Colture e paesaggi a Bordighera e dintorni tra ‘700 e ‘900' con proiezione di filmati, foto e documenti storici.

     La serata è stata organizzata dall’Associazione anche per informare sull’attività portata avanti nel palmeto storico del vallone Sasso, dove è stato creato un vivaio di palme riproducendo, da dattero, le piantine autoctone del Beodo.

     Parmure e parmureli: Con un intento culturale, certo, ma anche con il proponimento dichiarato di dimostrare che si può fare, l’anno scorso è nata la 'Cumpagnia d’a Parmura' la quale, come primo atto, ha creato il vivaio del Beodo per dimostrare che la salvaguardia del palmeto può realizzarsi a costi minimi, semplicemente riproducendo da dattero le palme più vecchie, praticamente autoctone. Una scommessa che ha dato i suoi frutti essendo riusciti ad ottenere già un centinaio di 'dactilifere' pronte per la piantumazione in terra.

     “Inoltre creare e mantenere viva una sensibilizzazione verso questo patrimonio ambientale e naturalistico, mai valorizzato da nessuna delle passate amministrazioni; un patrimonio che studiosi botanici e paesaggisti di tutto il mondo ci invidiano e non si capacitano dell’abbandono in cui si è venuto a trovare”. Lo dicono i soci della ‘Cumpagnia d’a Parmura’.

     La Compagnia si occupa anche di mantenere viva la cultura dei 'Parmureli' ed a questo proposito è in corso, proprio in questo periodo, la legatura delle palme del palmeto storico, seguendo i metodi tradizionali tramandatici dai vecchi 'Parmurà.

          (Francesco Mulè)